La curcuma

La curcuma

La spezia curcuma (in inglese: turmeric) è una polvere gialla ottenuta dalla macinazione di alcune piante appartenenti alla famiglia delle Zingiberaceae (la stessa dello Zenzero) e al Genere Curcuma; più precisamente, della curcuma si utilizza il così detto “rizoma tuberizzato” (ovvero la parte sotterranea del fusto contenente le molecole nutrizionali di riserva), che per essere conservato necessita una breve lavorazione. Infatti, quando non è utilizzato fresco, il rizoma della curcuma viene bollito per circa 30-45 minuti, asciugato in forni caldi e ridotto in una polvere color giallo arancio.

Il principio attivo della curcuma è la curcumina, che ha un sapore piccante, leggermente amarognolo, distintamente terroso e un odore simile alla senape.
Ormai da millenni, nei Paesi di origine, la curcuma viene utilizzata nella maggior parte delle ricette; solo recentemente, ha riscontrato una notevole diffusione anche nelle nazioni occidentali, considerandone l'utilizzo nella formulazione del curry e di alcune salse.
Per la sua capacità colorante (di giallo), la curcuma è conosciuta anche come “zafferano d'India”; infatti, il principio attivo di queste piante, ovvero la curcumina, viene spesso utilizzato come colorante alimentare naturale (E100), anche se il costo elevato ne limita fortemente l'impiego.
La curcuma viene spesso impiegata nelle ricette vegane, sia per le notevoli proprietà salutistiche, sia per rimpiazzare la colorazione gialla del tuorlo d'uvo (per loro proibito).
L'aroma della curcuma, caldo e pungente, trova una certa somiglianza con quello dello zenzero (con il quale condivide la famiglia botanica).

Proprietà:
La quota di olio presente nel rizoma essiccato (unitamente ai polifenoli curcuminoidi, capitanati dalla curcumina) conferisce alla spezia diverse proprietà farmacologiche. Le più conosciute e dimostrate sono quelle coleretiche-colagoghe, che favoriscono la produzione della bile e il suo deflusso nell'intestino; la curcuma può quindi migliorare la salute del fegato, contribuire ad eliminare gli eccessi di colesterolo e facilitare la digestione dei pasti abbondanti e ricchi di grassi.
La curcuma è anche molto utile nel trattamento della dispepsia (cattiva digestione), del meteorismo e della flatulenza (possiede proprietà carminative ed antispastiche); inoltre, ha dimostrato discrete proprietà antinfiammatorieantivirali, antibatteriche, antifungine ed antiossidanti.
Sia in vitro, sia in studi sugli animali, la curcumina si è rivelata potenzialmente utile nel trattamento di numerose malattie e dei sintomi annessi, tra cui il morbo di Alzheimer, l'AIDS, l'artrite, il diabete e diversi tipi di cancro, in particolare quello al colon-retto e al pancreas; d'altro canto, nell'uomo, le dosi necessarie ad ottenere qualsiasi tipo di effetto benefico sono molto difficili da stabilire.

 

La curcumina è tuttora oggetto di numerosi studi, sia per confermarne le proprietà curative, sia per migliorarne l'assorbimento sistemico. A tal proposito, è stata proposta l'associazione della curcuma alla piperinache può aumentarne la biodisponibilità fino al 2000%, o l'incorporazione in liposomi e complessi di lecitina di soia. Si è anche osservato che l'assorbimento della curcumina migliora in presenza delle altre componenti della curcuma, mentre peggiora nell'assunzione in forma isolata.
 

 

La quantità di curcuma consigliata per l'assunzione continua e sistematica è mediamente di 1,5-3g di rizoma essiccato e polverizzato al giorno; a causa della scarsa idrosolubilità tipica dell'olio essenziale e dei curcuminoidi, se ne sconsiglia l'assunzione sotto forma di tisana.
L'utilizzo di curcuma è controindicato in presenza di calcoli biliari; in tal caso, meglio non abbondare anche di curry o altre salse contenenti buone quantità di questa spezia.
In letteratura non sono riportati altri effetti collaterali significativi.

Possibili Contaminazioni

La curcuma, come le altre spezie, viene venduta a peso ed è un potenziale bersaglio delle comuni frodi di natura commerciale (adulterazione, sofisticazione ecc.). Non è raro che nella curcuma vengano aggiunte polveri dal colore simile, più economiche, ma potenzialmente tossiche; la più comune è l'ossido di piombo (II, IV), che dona alla curcuma un colore più rosso-arancio invece del suo naturale giallo oro.

 

Fonte: mypersonaltrainer